Ha iniziato il 2014 con il botto, meravigliando tutti i critici al Sundance Film Festival grazie al suo ruolo in “Camp X-Ray”, seguito a maggio dal Festival di Cannes in cui lei ha tenuto testa a Juliette Binoche nel film di Assayas, “Clouds of Sils Maria”.
Quest'ultimo ruolo ha attirato l'attenzione di molti critici che l'hanno elogiata per la sua performance.
Questa benevolenza da parte loro è proseguita anche per l'ultimo film della Stewart, “Still Alice”, presentato a Toronto dove è stato prontamente acquistato dalla Sony, che si occupa della distribuzione. In questa devastante storia, la Stewart interpreta Lydia, un'attrice che lotta per farsi conoscere, figlia della celebre professoressa di linguistica (JM), che lotta contro un'Alzheimer precoce. E' decisamente il film della Moore, ma la Stewart lascia il segno nei panni di una giovane donna costretta a gestire un'inevitabile tragedia.
Il film è stato diretto dalla coppia Richard Glatzer e Wash Westmoreland. Il primo, è affetto da SLA.
Indiewire: “Still Alice ti ha toccata nel personale? C'è qualcuno che conosci che è stato affetto dalla stessa malattia?”
Kristen: “Fortunatamente non ho mai vissuto l'esperienza in prima persona. Nessuna delle persone che amo ha dovuto affrontare questo spaventoso percorso di chi è diagnosticato l’Alzheimer. Ma quand'ero piccola ho avuto un'esperienza molto formativa con una donna anziana, la madre di un amico di famiglia, che era affetta da seria demenza. Con il senno di poi, non saprei dirti se lei avesse l’Alzheimer o no, ma era decisamente andata. Aveva perso tutte le parti di se stessa, e quel poco che rimaneva era alla disperata ricerca di una connessione con la persona che era una volta. Avevo 12 anni ed ero entrata in questa stanza per passare del tempo con questa signora e subito avevo capito che le mancava qualcosa ma che al tempo stesso era consapevole di dover tenersi stretta quei pochi momenti perchè l'avrebbero lasciata presto.
Poi abbiamo cenato insieme e tutti a tavola la ignoravano e la trattavano come se non esistesse nemmeno, ma io l'avevo appena conosciuta ed avevo visto la sua personalità, la sua anima, la sua presenza, la sua essenza. Per me era tutto evidente. Ed a quel tavolo tutti davano tutto troppo per scontato. Nonostante siano passati anni, ricordo chiaramente quest'episodio. Non sono mai riuscita a dimenticarla. Quando ho letto il copione ed ho conosciuto i registi, mi sono sentita come se dovessi provare a me stessa di essere degna di interpretare una persona così tanto speciale, perchè Lydia ha questa capacità, che non tutti hanno, di focalizzarsi solo sulle cose positive e belle e per lei nulla è o nero o bianco. Riesce a cogliere le cose per ciò che sono e riesce a godersele e le apprezza senza dover per forza assegnare loro un'etichetta. Lei vive nell'ambiguità e riesce ad apprezzarla, in un certo senso mi sento molto simile a lei. Ed è stato un test molto chiaro, visto e considerato che Richard e Wash stanno affrontando qualcosa di molto simile, spaventoso e devastante. Chi è affetto da SLA, in genere viene ignorato sempre. E' difficile interessarsi a delle malattie così devastanti. Ignorarle è più semplice. E Rich (Richard) è la persona più intelligente nella stanza, per cui quando li ho incontrati per la prima volta, ci siamo ritrovati tutti a voler lavorare insieme. Sapevamo che doveva succedere. E sapevo anche che volevo lavorare con Julie (Julianne) perchè la conosco da molti anni. Sapevo di poter interpretare sua figlia e che tutto sarebbe stato veritiero e giusto. Non stavamo fingendo, per cui sapevamo che sarebbe stato un film commovente.
Tutti mi chiedono sempre “Come ti ha cambiata questo film? Cosa ti ha dato?”. Ebbene, ti da le basi per avere una giusta prospettiva di cosa sia davvero importante. Ti fa venire voglia di andare a casa e chiamare tua mamma, o ti fa venire voglia di smettere di essere così petulante. Insomma, ti da prospettiva”.
Indiewire: “La mia più grande paura nella vita è la morte e prima di questa, perdere completamente la memoria. So che non interpreti Alice, ma è stato difficile realizzare questo film? O ti è piaciuto, grazie alle persone con cui hai lavorato?”
Kristen: “Entrambi. Ho visto Julie lavorare così duramente. L'unico modo in cui qualcuno avrebbe potuto interpretare alla perfezione questo ruolo senza essere affetto da Alzehimer, avrebbe dovuto essere un genio. Devi avere un sacco di immaginazione e un controllo pazzesco del tuo corpo. L'unica cosa che ha reso tutto più semplice ed al tempo stesso doloroso (in senso positivo), è stato vedere qualcuno come Julie essere così forte e capace e vitale. Il solo pensiero che avrebbero potuto perdere tutto questo, visto che lei ha interpretato una donna fantastica, ha reso ancora più difficile vedere Julie attraversare quei momenti, perchè lei è stupenda. Il solo pensiero che potrebbe succedere a chiunque -me, te, qualcuno che ammiri, qualcuno che ha sempre tutto sotto controllo- non era recitazione, era tutto reale.
Chiunque, anche se non hai mai avuto un'esperienza con questo tipo di malattia, tu hai una mamma. Io ho una mamma, per cui so come ci si sente ad affrontare tutto questo. Sono consapevole di come mi sentirei se dovessi perderla.
Penso che la parte più importante del film sia comprendere la malattia. Quando sei giovane, e questo è stupido ma è anche normale, senti i ragazzini che dicono che l'Alzheimer sia “la malattia dei vecchi”, e non è vero. E' facile discriminarli e dire che sono anziani, ma no. Questa è una malattia distruttrice e può venire anche a gente molto giovane. E io, ad esempio, non lo sapevo. Le persone sanno che esiste l'Alzheimer precoce, ma io non sapevo quanto fosse comune. E' una malattia dilagante e facile da ignorare, il che è un terribile binomio. Ho imparato molto. Sono felice di fare parte di un film che parli di qualcosa di così importante”.
Indiewire: “Qual è la tua più grande paura?”
Kristen: “Penso che, in generale, siamo tutti spaventati dalla morte e da ciò che non conosciamo. Ma penso che la cosa più spaventosa di questa malattia è che ti senti incredibilmente solo prima di morire. Hai perso la tua vita ancora prima che tu sia morta. L'idea che io possa trascurare qualcosa nella mia vita e far sentire solo qualcuno che amo, mi terrorizza”.
Indiewire: “Hai lavorato con due delle migliori attrici in questo campo - Julianne Moore e Juliette Binoche. Cos'hai imparato da loro?”
Kristen: “Trovarsi accanto a due persone così talentuose, anche nonostante la loro età, ti motiva, ti sprona e ti plasma. Ho amato lavorare con Julie perchè ho sentito che avevamo delle cose in comune dal punto di vista del raggiungimento di scopi nella recitazione. Juliette, d'altro canto, mi ha spiazzata. Ha raggiunto questa grandezza grazie a cose che nemmeno comprendo. L'adoro per questo. Mi lascia perplessa e mi sprona e mi pone sempre domande. Juliette mi fa diventare pazza, mentre Julie presta attenzione ai dettagli. Il modo in cui lei riesce a perdere se stessa per poi ritrovarsi con una precisione assurda, come se fosse un chirurgo pieno d'anima.
Io sono molto consapevole di avere una telecamera puntata addosso. Voglio sempre collaborare con il regista e con il direttore della fotografia e con tutti gli altri attori. Voglio sempre parlare di tutto, anche troppo. Ma in questo caso, per la prima volta, mi sono sentita realizzata, perchè abbiamo pensato al film nello stesso modo e l'abbiamo realizzato grazie ad un'idea condivisa da tutti sul set. Questo mi ha fatta stare bene perchè voglio raggiungere gli obiettivi che lei (Julie) ha raggiunto. Voglio lavorare a progetti che sono veri e che non si possono ignorare. Lei ha ottenuto tutto questo perchè è fatta così. Mi sono sentita profondamente connessa a lei da un sentimento di amicizia. Mi ha dato sicurezza in me stessa. Non ho bisogno di immergermi in qualcosa che non mi faccia essere consapevole di dove io mi trovi. Io voglio sapere tutto. Il motivo per il quale lei è migliore di tante altre persone è perchè riesce a gestire tutto, e l'ammiro per questo”.
Indiewire: “Sembra quasi che le tue relazioni di lavoro con le tue colleghe, siano lo specchio dei personaggi che interpretate sullo schermo. In “SA”, interpreti la figlia di Julie, per cui dovete per forza condividere certi tratti. Con Juliette, tu sei la sua dipendente e la vedi come una figura misteriosa”.
Kristen: “Assolutamente! Sembra quasi fatto apposta”
Indiewire: “Il personaggio che interpreti in “SA” è un'attrice, il che vuol dire che condivide molte delle tue ambizioni, e il suo stile personale -e perdonami se sbaglio-sembra rispecchiare il tuo. Diresti che condividi molto con Lydia, più di qualunque altro personaggio tu abbia mai interpretato?”
Kristen: “Ho recitato un paio di ruoli totalmente diversi da come sono fatta io, soprattutto i ruoli in cui qualcuno è davvero esistito, ad esempio persone come Joan Jett ( The Runaways) e Luanne Henderson ( MaryLou, OTR).
C'erano alcuni tratti di loro con cui ero affine, altri meno. E' stato sicuramente un distacco, per me. Non penso che riuscirò mai ad eliminare totalmente me stessa in un ruolo. Non è il tipo di recitazione che voglio fare. Fino ad ora sono stata abbastanza fortunata da poter fare di testa mia. Tutti mi dicono che passo continuamente la mia mano tra i capelli, anche troppo, e questo va bene perchè in quei momenti ci sono io, Kristen, in quel ruolo. Con i ruoli che ho interpretato,s oprattutto in “SA” e “COSM”, il modo migliore per rendergli giustizia è essere se stessi e imparare le cose che imparano loro. Tu hai la possibilità di vivere la loro vita e fare le esperienze che vivono loro. Da questo punto di vista, non mi sembra di recitare un ruolo. Per me, Lydia e Valentine, erano reali. Volevo solo vivere in loro.
I ragazzi di oggi, ci vestiamo tutti allo stesso modo. Se cerchi di essere un attore e arrivi a LA, allora probabilmente indosserai una maglietta e dei jeans. Per cui non volevo caricare Lydia con cose che probabilmente vi avrebbero distratto dalla relazione con la madre. Per cui, si. Mi rispecchia appieno ma solo perchè non ho cercato di fare qualcosa di diverso. Non ci sono sforzi da parte mia, di nascondere me stessa dietro quel ruolo. Tutto ciò che ho cercato di fare è stato trovare me stessa e mostrare me stessa. Il miglior modo per rendere giustizia a questo ruolo era essere presenti in modo onesto. E' stata un'esperienza personale, in modo tale che anche il pubblico potesse percepirla.
Le performances che colpiscono di più, sono quelle che nascono dall'anima e dall'onestà. Il mio obiettivo era supportare e servire Julie, per cui ero me stessa. Interpretavo sul serio sua figlia”.
Indiewire: “Proprio per questo tuo approccio personale ai ruoli, deve essere difficile scrollarsi di dosso le persone che interpreti, una volta finite le riprese”.
Kristen: “Assolutamente. Io e Julie ora ci conosciamo bene, ci apprezziamo a vicenda ed apprezziamo il tema del film e tutto grazie a queste riprese. Ci hanno dato tante opportunità che altrimenti non avremmo mai avuto. Come ho detto prima, non avevo un'esperienza personale con l'Alzheimer, ma ora si. Non per generalizzare, ma più di qualunque altro progetto, una cosa del genere ti rimane dentro per sempre. Ho avuto la meravigliosa opportunità di rappresentare qualcosa di difficile e tutti abbiamo trionfato ed abbiamo creato qualcosa di positivo partendo da un soggetto abbastanza oscuro”.
Fonte : indiewire.com
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