mercoledì 18 febbraio 2015

Intervista di Patti Smith a Kris per Interview Magazine. - Parte 2

 Patti Smith: “Beh, la nostra cultura è cambiata molto. Quando ero piccola, si andava a vedere i film e basta. Si sapeva ben poco della vita privata degli attori, a parte quelle poche cose che comparivano sui giornali. Non c'era il concetto del “Making of..” che ora si sente per qualunque film. Io sono un'appassionata di film e programmi televisivi e non ho aspettative nei confronti di attori o attrici, o chiunque. Mi aspetto solo un buon lavoro. Non ho mai preteso di conoscere la loro vita privata o anche cosa pensano del proprio lavoro. Questo tipo di scrutinio e tutte queste aspettative, ti influenzano?”

Kristen: “Non mi mettono mai i bastoni tra le ruote, dal punto di vista del lavoro. Non mi è mai successo. Mi chiedono sempre cosa voglio fare e se prendo delle decisioni in base ai miei ultimi progetti. Ad esempio, ho recitato in quel grande franchise in cui un vampiro si innamora di una ragazza normale. E tutti mi chiedono sempre se, in base alle mie scelte, io stia cercando di mostrare di essere un'attrice seria. Ma perchè, scusate, prima non lo ero??” (ride)



PS: “Esattamente. Ho amato il tuo lavoro in quei film. Ho pensato che la dedizione in quei film da parte di tutti fosse reale”.

KS: “Esatto. Voglio dire, è stato un lungo processo, per cui è difficile generalizzare il tutto. Non è stato interamente coeso. Abbiamo avuto alti e bassi, lo ammetto. Ma le nostre intenzioni erano così pure in un modo molto strano. Chiunque voglia spalare merda su Twilight è liberissimo di farlo, ma c'è qualcosa in quei film di cui ancora oggi sono infinitamente e fottutamente orgogliosa. Il mio ricordo di Twilight è, tutt'ora, bellissimo”.


PS: “Dovresti esserlo, perchè hai sviluppato un personaggio che le persone volevano vedere, così come un fumetto che prende vita o come le giovani ragazze March che crescono in “Piccole Donne””.

KS: “E' ridicolo per me sentirti dire una cosa del genere. Sai, per la mia età ed ho 24 anni, ho fatto molto, e se penso che alla mia età tu non avevi nemmeno inciso un album... Ho letto “Just Kids” ed ancora non ho colto appieno ciò per cui tu hai combattuto con pathos. E' stato così naturale per te, la tua inclinazione all'esplorazione, alla creazione e alla libertà, senza sapere verso quale direzione ti stessi dirigendo. Tu mi hai chiesto se tutte quelle cazzate influenzano il mio lavoro e la risposta è no. Ma ci sono altre cose che lo influenzano. “Just Kids” mi ha fatto volere -sai, è super romantico e smielato- ma ho iniziato a dipingere grazie a te. Ho iniziato a credere in altri aspetti di me stessa grazie a quel libro, perchè io mi dicevo sempre: “Cazzo, avrei dovuto fare tutto questo quando avevo 17 anni. Avrei dovuto capirlo prima”. E una cosa che mi fa sentire a mio agio con il mio ritardo è che tu sei così influenzata da altre persone. Hai un'amore profondo per gli altri. Molti artisti sono narcisistici. E' molto convalidante e rassicurante, proprio ciò di cui avevo bisogno. Mi è successo qualcosa e sono diventata famosa molto giovane e questo ti blocca in qualunque aspetto della tua vita perchè senti che questa è l'unica cosa per cui sei brava e che questo è il motivo per il quale non puoi mollare”.


PS: “Ma il punto è che tu sei brava nel tuo lavoro, ma sei giovane. Hai una marea di idee. Mi hai fatto leggere qualcosa dei tuoi scritti. Le tue idee sono buone. Quando ero bambina facevo dei sogni su cosa volevo diventare, ma non ho dovuto patire lo scrutinio che hai patito tu. Io, da giovane, ho sofferto solo perchè ero una ragazza di campagna a NY. Sono stata presa in giro da molti componenti della Factory. Anche Andy Warhol mi considerava rozza. Ho conosciuto queste persone ed ho dovuto imparare ad essere forte. Le cose erano due: o venivo schiacciata da questi soggetti oppure mi tagliavo i capelli alla Keith Richards dicendo “Vaffanculo”. Ma quello scrutinio ferisce, le costanti cazzate, le speculazioni sulla tua vita privata.. deve essere difficile. Ma alla fine, tutte queste cose sono secondarie. Ciò che rimarrà in 20, 30 anni da ora - tutte quelle persone e i loro commenti stupidi e le loro previsioni, saranno dimenticati. Ma se il tuo lavoro continua a crescere ed è e sarà buono ,esso verrà ricordato. Alla fine tutto ruota attorno al lavoro. E tu non sei in ritardo, come hai detto prima. Tu hai imparato molte cose tecniche, molte discipline. E puoi applicare tutto ciò che hai imparato in generi diversi”.
KS: “Concordo”


PS: “Ma volevo chiederti una cosa sulla scena in COSM in cui il tuo personaggio, Valentine, legge le battute con Maria Enders. Ho amato questa scena perchè ha così tante sfaccettature. Quando le attrici interpretano attrici, o attori interpretano attori, devono trovare, per forza, un livello più profondo. E' ciò che fa Michael Keaton in “Birdman”, in cui lui interpreta un attore sul palco, che si ritrova nel momento della performance della sua vita. Ma Juliette Binoche legge le sue battute-un'attrice che interpreta un'attrice- e tu la vedi andare su un altro livello, più alto, solo dalla lettura delle sue battute. Per me è stato molto affascinante. E il tuo personaggio è molto complesso: tu sei un'assistente che aiuta un'attrice, ma senza tradire te stessa, Kristen Stewart, anche tu attrice”
KS: “Si” (ride)

PS: “Quello è stato un bel film perchè richiede molto autocontrollo”.

KS: “Il film parla del lavoro e del suo costo, soprattutto se sei qualcuno che non riesce a relazionarsi al concetto di quanto sia difficile rinunciare a grandi parti di te stessa. Ma Valentine ammira di Maria proprio questo. C'è compassione, ma c'è anche la consapevolezza che lei sarà per sempre isolata. La guarda e pensa: “Tu sei geniale. C'è qualcosa di magico, innegabile ed intoccabile in te e io ne sono affascinata. Voglio avvicinarmi più che posso”. Ma c'è anche distanza tra lei e Maria, e ne sono entrambe ossessionate ma non riescono a superarla. Una è l'appassionata d'arte e l'altra è l'artista. C'è questo disperato bisogno di capirsi a vicenda -questa è l'attrazione- ma al tempo stesso, penso che il motivo per il quale siano attratte l'una dall'altra è proprio questo fatto di non capirsi a vicenda”.


PS: “Tu hai il dono del controllo. Anche Bella Swan, lei ha questo lato funzionale anche se a volte fa delle cose così, sai..”
KS: “Da idioti”


PS: (ride) “No, lei rinuncia a tutto per l'amore. E va fino in fondo. Ma questa schiettezza che ti caratterizza, mista ad un certo grado di compostezza ed anche un po' di distacco, amplifica un certo aspetto del personaggio. In “On the Road”, Marylou era assolutamente naturale. Ho percepito il personaggio. Ho amato il lavoro che hai fatto su di lei. Molto spesso accade che le persone, per rendere dei personaggi spensierati, siano troppo aggressivi o odiosi. E negli anni '40 e '50, una ragazza con uno spirito libero doveva sempre vivere in quel contesto: un mondo di uomini. Ma lei illumina lo schermo quando balla e anche quando viene lasciata”.

KS: “Grazie. Quello, forse,è stato uno dei ruoli più difficili per me.. lasciarmi andare e mostrare un po' di esuberanza”.


PS: “Tu sei la più esuberante. Anche con tutti quei personaggi leggendari (in OTR) che ti circondano, quella è la ragazza che spicca”.

KS: “Beh, probabilmente Marylou era l'unica ad essere considerata eguale a Kerouac. Abbiamo parlato con molte persone che li conoscevano. I biografi ci hanno raccontato che lei, probabilmente, era la versione più pura dell'idea di spirito libero che caratterizza la Beat Generation, perchè non aveva aspettative. Nessuno la conosceva. A nessuno importava. Per cui lei è sempre riuscita a rimanere nello stato d'animo che ha inspirato quel libro. Mentre i due ragazzi, come dici tu, si sono montati la testa”.


PS: “Mi piace molto quel ruolo. Quali sono i tuoi prossimi film?”

KS: “Ho avuto una bella esperienza sul set di “Equals” grazie a Drake Doremus, che ha diretto il film. In genere lui lavora solo seguendo delle linee guida. Questo è stato il suo primo film con un copione perchè era un concetto un po' complesso e con un budget più corposo rispetto a ciò a cui era abituato, per cui è stato necessario avere una sceneggiatura. Ma è stato come se io, Nick (Hoult) e Drake fossimo complementari. Molti registi usano paroloni e dicono che scopriremo qualcosa insieme e come, recitare in un film, sia una specie di meditazione e che alla fine capiremo il perchè siamo su quel set, che risponderanno a tutte le nostre domande e poi, al quinto giorno, i tempi stringono e loro se ne escono fuori dicendo “Ok! Ora facciamo in questo modo!!”. Il processo di creazione del film prende il sopravvento e tu ti ritrovi a dover pensare a come essere spontanea, che è palesemente contraddittorio. Per cui, a volte, succede che bisogna accontentarsi e fingere. Invece, sul set di “Equals”, non c'erano aspettative. Magari succedeva che un giorno non giravamo una certa scena, vuoi perchè non c'era tempo, vuoi perchè non ce la sentivamo, per cui la posticipavamo. Non c'è stato un solo momento in cui abbiamo riempito dei vuoti con delle bugie. Sia che il film faccia pena, sia che abbia successo, non mi sono mai sentita così libera in questo ambiente. Ecco quando sai di aver fatto un buon lavoro”.


PS: “Quando salgo sul palco per un concerto, è ovvio che voglio comunicare dei sentimenti alle persone. A volte questo succede grazie a delle battute sceme o attraverso l'improvvisazione o qualcosa di molto semplice. Quando si cerca di comunicare dei sentimenti, la chiave è che è un momento umano. E raggiungere questo obiettivo in un film che, come hai detto tu, è molta preparazione, devi preparare la spontaneità”.
KS: “E' una cosa molto rara”.


PS: “Ma quello è un dono. Ho degli amici che sono attori. Li ho osservati lavorare. E dico che, tra tutte le arti, la recitazione è la più ardua e irriconoscente. Non chiedere mai scusa per il tuo lavoro. Se le persone non accettano Twilight per ciò che è, allora vaffanculo. Milioni di persone hanno amato quella Saga perchè gli ha donato qualcosa. Gli ha detto qualcosa sull'amore e sull'onore. E la recitazione è un lavoro davvero difficile. Non è un lavoro romantico. Ho osservato le ore che ci vogliono per il trucco o quelle che si trascorrono seduti sul set ad aspettare che sistemino le luci, o perchè ci si allontana dalla luce o perchè piove, o che ne so io. E sia che tu ti senta uno schifo, sia che tu abbia un'emicrania, devi stare sul set per 12-13 ore al giorno”.

KS: “E' buffo perchè queste sono le cose che amo di più. Amo quell'emozione che si prova nello stare seduti su un set e pensare “Ugh, un'altra cazzo di ora prima che facciamo ciò che pianifichiamo da mesi”.


PS: “Tu sei come il personaggio di Robert Duvall in “Apocalypse Now”. “Amo l'odore del Napalm la mattina”. 
KS: “Si, esatto!!”


PS: “Anche io sono così. Con me sul tourbus ci sono 9 uomini e magari siamo a 12 ore da Portland e non c'è nulla da mangiare, arrivi in città ed è tutto chiuso e io... lo amo”.
KS: “Lo so”


PS: “Ma è estenuante. Le persone pensano che viviamo delle vite romantiche, ma ci sono gli aspetti militari... Per cui, ora a cosa stai lavorando? Cosa stai facendo per te stessa?”

KS: “Attualmente sto scrivendo una poesia per il matrimonio di una delle mie migliori amiche. E stranamente, mi ha tolto un sacco di energie. Sto cercando di sviluppare un po' più di fiducia nella mia mano, perchè tutto ciò che faccio, in termini di produttività, è sempre e solo cerebrale. Per cui ho fatto un paio di dipinti. Sto cercando di trovare un gruppo di lavoro perchè vorrei iniziare a fare i miei film. Devo solo trovare le persone giuste. Devo trovare un direttore della fotografia, soprattutto. Ho un paio di produttori che mi stanno aiutando nella ricerca. Tu hai letto il mio cortometraggio”.


PS: “Mi è piaciuto molto. Mi è piaciuto il tuo modo di scrivere. Era come una lunga poesia prosaica”.
KS: “Speriamo che il film comunichi la stessa cosa”


PS: “Alla fine, vuoi consegnare il tuo lavoro alle persone e speri che lo capiscano o che lo abbraccino, ma non essere troppo dura con te stessa”.
KS: “Giusto. Dovrò sicuramente ricordarlo”


PS: “Non lasciare che le conversazioni delle persone su ciò che fai o su ciò che hai fatto, diventino parte delle tue conversazioni. Hai detto una cosa davvero bella al talk show di Seth Meyers”.
KS: (ride) “Oh mio Dio. Ma hai fatto un sacco di ricerche!! Che cosa carina”.


PS: “Non ho cercato informazioni a mo di ricerca. Io stavo in tour, ho acceso la tv e ti ho vista, per cui ho ascoltato. E, prima di tutto, non so come tu possa camminare su quei trampoli. Io sono un'imbranata”.
KS: “Amica, al massimo riesco a farlo per 3 minuti”

PS: (ride) “Ma lui ti stava chiedendo di Twilight e tu hai detto che è stato una parte importante del tuo percorso. Te lo ricordi?”

KS: “Si. Lui ha parlato della storia del tema ricorrente. Le persone cercano sempre di fare paragoni del cavolo. Del tipo, paragonare Twilight a certe cose e cercare di capire il perchè io abbia preso certe decisioni. Rispondo sempre dicendo che ogni singolo momento che mi ha portata ad essere qua, mi ha resa ciò che sono oggi. Tutti i film che ho fatto, non sono indipendenti tra di loro, perchè in ognuno di essi c'è sempre una piccola parte di me stessa e tutti loro fanno parte della mia crescita personale. Non penso che ci sia molto che gli attori possano nascondere. Se fai un buon lavoro, mostri una parte di te stessa a qualcuno, per cui non posso dire che Twilight non abbia nulla a che fare con Still Alice o con COSM. Loro sono collegati. Loro sono me”.

PS: “Mi piace molto questa cosa del tema ricorrente, perchè ad alcuni il lavoro piace ad altri no. So come ci si sente, ad essere elogiata un mese e il mese dopo fai qualcosa e loro si sentono come se tu..”
KS: “Li avessi delusi”

PS: “O come se fossi cambiata dall'oggi al domani. E tu stai esplorando. Come disse Walt Whitman, noi siamo dei contenitori di moltitudini. E un attore da' voce alle molte moltitudini che noi tutti abbiamo dentro noi stessi. Ecco perchè amiamo i film o i nostri programmi televisivi: guardiamo persone diverse rappresentare delle parti di noi stessi, forse anche un aspetto che non amiamo. E noi dobbiamo faticare per arrivare lontano. (…) Non c'è motivo di rimpiangere qualcosa. Il rimpianto è una perdita. Ogni singola cosa che facciamo ci informa. Tieni solo a mente che io sto dalla tua parte, solo che ti sostengo da lontano”.

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